I Miglianichesi pagano la mini-IMU: perché? La furbata dell’amministrazione comunale
In questi giorni i cittadini di Miglianico sono costretti a fare lunghe file sia ai Centri di Assistenza Fiscale per districarsi con i calcoli fiscali sia alle Poste per pagare la cosiddetta “mini-IMU” che ci è stata imposta dal Governo con l’ultima legge di stabilità.
Era possibile evitarla? Certamente sì, visto che molti cittadini di Comuni limitrofi non hanno questa sgradevole incombenza, che seppure è quantificata in poche decine di euro, rappresenta un esborso non previsto nei bilanci già precari di molte famiglie.
Perché dobbiamo pagare, sebbene l’IMU sulla prima casa è stata abolita? Semplicemente perché qualcuno in Comune pensava di fare il furbetto, aumentando l’aliquota per l’abitazione principale per poter incassare dallo Stato un rimborso maggiore, stabilito proprio per compensare la cancellazione della tassa sulla prima casa, i cui proventi sarebbero stati tutti incassati dalle amministrazioni locali. Di fronte a questa “furbizia”, il Governo ha reagito imponendo ai Comuni che l’aumento deliberato fosse pagato dai cittadini.
Per poter incassare qualche decina di migliaia di euro in più senza fatica, i nostri amministratori, senza pensare alle prevedibili conseguenze, ci hanno imposto un balzello in più.
Cercare di fare i furbi con lo Stato, che comunque siamo noi, non paga: anzi, ci fa pagare.
Miglianico Cambia ha in animo anche di mutare il rapporto dell’amministrazione con la leva fiscale: non è essa a dover essere protagonista delle manovre di reperimento di risorse, ma deve essere contenuta nei limiti dell’accettabile. Il saggio amministratore non mette le mani in tasca ai cittadini, ma si impegna a reperire risorse con risparmi, razionalizzazioni e soprattutto con il ricorso alla progettazione di qualità, che attira finanziamenti da Regione, Governo ed Unione Europea, come sta capitando in molte realtà vicine a noi.
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